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Salva il pianeta?




Nel 1956, Clair Cameron Patterson, un geochimico americano, nato a Mitchellville, Iowa, rese pubblica per la prima volta l'età esatta della Terra: 4,55 miliardi di anni. Si trattava di un importante aggiornamento della domenica 23 ottobre 4004 aC, ovvero l'inizio dell'universo calcolato da James Ussher, un prelato anglo-irlandese nel 1650, e ampiamente accettato nel mondo occidentale fino al XIX secolo.

Al momento della sua pubblicazione Patterson aveva 44 anni, 8 ordini di grandezza più giovane della Terra. Forse questo confronto, individuo vs pianeta, suona inappropriato e la specie umana nel suo insieme potrebbe apparire più pertinente. Infatti, poiché l'inizio della stirpe dell'Homo sapiens risale a 500.000 anni, cioè 0,0005 miliardi di anni, la situazione è decisamente migliore (di 4 ordini di grandezza) ma la differenza rimane sbalorditiva.

Il quadro è ancora più esasperato se si tiene conto del fatto che la Terra stessa ha impiegato circa 10 miliardi di anni dopo il Big Bang prima di iniziare a formarsi. Ciò che appare chiaro è che gli umani sono ospiti molto recenti di quello che chiamiamo mondo naturale. In effetti, per la maggior parte dei 4,55 miliardi di anni del nostro pianeta, non c'era nessuno in giro. Ciò significa una cosa semplice: la normalità di questo pianeta è non essere abitato da umani.

Commentando questo, anche il Premio Nobel per la Fisica Richard P. Feynman espresse il suo sconcerto

Primo, c'era la terra senza nulla di vivo su di essa. Per miliardi di anni questa palla ha girato con i suoi tramonti e le sue onde e il mare e i rumori, e non c'era niente di vivo per apprezzarla.

Si può concepire, si può apprezzare o inserire nelle proprie idee quello che può essere il significato di un mondo senza un essere vivente sopra? Siamo così abituati a guardare il mondo dal punto di vista degli esseri viventi che non riusciamo a capire cosa significhi non essere vivi, eppure il più delle volte il mondo non aveva nulla di vivo. E nella maggior parte dei luoghi dell'universo odierno probabilmente non c'è nulla di vivo (da "Il senso delle cose").

 

Il modo di elaborare questi dati non è semplice. La comparsa degli umani è quindi un fenomeno transitorio e il futuro più probabile sarà la loro scomparsa? Questo è quello che è successo agli “altri” che sono venuti prima di noi? Sì, esattamente questo. Molti organismi sono comparsi sulla Terra e successivamente sono scomparsi. Per essere precisi, più del 99 percento di tutti gli organismi che siano mai vissuti sulla Terra sono estinti e l'estinzione degli umani sarebbe tutt'altro che qualcosa di eccezionale. Il tasso di estinzione tra le specie non è affatto lo stesso ma l'estinzione è la regola. Man mano che le nuove specie si evolvono per adattarsi a nicchie ecologiche in continua evoluzione, le specie più vecchie svaniscono. Oggi conosciamo la spiegazione di questa trama: i cambiamenti climatici. La vita della Terra è un film in cui la composizione dell'atmosfera, i confini terra/mare, le specie viventi non sono mai gli stessi. La Terra, alimentata dalla luce solare, è un reattore planetario in piena attività.

Da questo punto di vista, le attuali preoccupazioni ambientali potrebbero apparire sotto una luce diversa, non la fine del mondo ma un'anticipazione di qualcosa che comunque accadrà e perrciò niente di diverso rispetto agli eventi passati. Ogni evento, infatti, e anche il cambiamento climatico, passa sotto una luce diversa e assume una forma differente a seconda del punto di vista che si sceglie e della scala temporale che si adotta. E quindi? Non c'è motivo di sollevare la questione sulle conseguenze degli attuali cambiamenti climatici? Tutto ciò che accade è roba ordinaria poiché l'evoluzione della Terra è un percorso casuale tra diversi stati tra loro equivalenti? Forse questa è l'immagine corretta ma non ne siamo soddisfatti. Sentiamo, ma è solo una sensazione, che ci sia qualcosa di più. Infatti, dalla stessa materia prima che ha formato la Terra all'inizio fino all'attuale varietà di forme di vita, ci sembra di riconoscere che l'evoluzione temporale assuma la forma di una freccia verso la complessità. Dalla formazione dell'acqua alla prima vita, dall'apparizione dell'ossigeno alla fotosintesi, dai primi esempi multicellulari all'esplosione del Cambriano, l'evoluzione nel tempo mostra una sorta di scala verso la vita e di un tipo complesso. Se questo è il modo giusto per leggere cosa è successo in passato, non c'è da stupirsi che gli esseri umani non siano mai stati in giro prima perché sono il risultato di un lungo processo.

 

Questo processo ha raggiunto un punto particolare? Questa volta è diverso e l'antropocene segna una discontinuità? Gli umani sono qui per restare? Forse lo stesso pensiero è venuto ai dinosauri e un punto di vista più imparziale difficilmente sottoscriverebbe questa rappresentazione. Prima di tutto, se gli umani sono qui per restare, significa che vogliono fermare qualsiasi ulteriore cambiamento climatico? Sembra inappropriato. Se qualcuno, in qualsiasi momento del passato, fosse stato in grado di fermare i cambiamenti climatici, noi non saremmo qui. Esistiamo perché il clima sulla Terra è in continua evoluzione. Abbiamo approfittato di diversi cambiamenti climatici e sicuramente uno dei più benefici per noi è stata la drammatica catastrofe dell'impatto del meteorite, 65 milioni di anni fa, che portò all'estinzione dei dinosauri e allo sviluppo dei mammiferi. Noi siamo oggi preoccupati per i cambiamenti climatici, ma non per la Terra bensì per noi. Il gene egoista o la specie egoista o qualunque cosa sia, è in azione. Certo che vogliamo sopravvivere. Ma questo è il nostro punto di vista, non è assoluto. Non sappiamo se i dinosauri fossero consapevoli della loro esistenza ma sicuramente si sarebbero risparmiati la catastrofe meteorica per il semplice motivo che sarebbero stati interessati a sopravvivere anche loro. Ma dal punto di vista delle specie che sono venute dopo, gli umani prima di tutto, fortunatamente non sono stati in grado di fermare il corso degli eventi in quel momento. Tuttavia, si può obiettare: la scomparsa dei dinosauri è stata un risultato benefico perché ha permesso alla vita di evolversi e generare una specie migliore, complessa e interessante come gli umani. Ma, ancora, questo è il nostro punto di vista che è ben diverso dai rappresentanti della vita che verranno dopo di noi e che possiamo aspettarci saranno molto più attrezzati, complessi e simpatici di noi. Crediamo di essere al momento il miglior hardware concepibile per ospitare il pensiero e la coscienza astratti, ma non possiamo escludere che diverse soluzioni hardware possano adattarsi meglio alla corsa per la sopravvivenza e ad ospitare la coscienza. La nostra esistenza sarebbe un tappo sulla via della nascita di queste nuove specie. Infatti, non possiamo escludere che ci verrà chiesto di estinguerci per amore della vita e di una forma di coscienza più sofisticata. In questo caso, allo stesso modo in cui noi, come individui, accettiamo di morire perché è necessaria l'evoluzione, a noi, come specie umana, può essere chiesto di scomparire per permettere ad altre specie di venire.

 

Vogliamo salvare il pianeta o vogliamo salvare noi stessi? Per quanto riguarda gli attuali cambiamenti climatici, dal punto di vista della Terra, c'è poca o nessuna differenza tra cambiamenti climatici naturali, causati da meteoriti o causati dagli uomini. La Terra semplicemente si evolverà e alla vita verrà chiesto di adattarsi, umani o meno. E pur tuttavia, siamo legittimati nel tentativo di sopravvivere. Non sappiamo se siamo qui per restare, ma ci proveremo. Ci candidiamo per essere i migliori nel sostenere questo sforzo di dare un senso all'universo e a tutte le cose intorno. Mentre la vita in generale lotta per sopravvivere, noi umani siamo legittimati a lottare per essere, ancora una volta, l'opzione migliore affinché la natura continui ad esistere.D'altra parte, siamo in sintonia con il resto dell'intero universo che mostra una cieca volontà di esistere. E qui la domanda più grande: perché? È l'universo stesso consapevole della propria esistenza? L'Universo è cosciente? Non lo sappiamo. E la domanda "Why something rather than nothing? (Perché l'essere anzichè il nulla?)" mostra qui il volto più misterioso.

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